Lutto nel mondo del vino spagnolo per la comparsa a 81 anni di Antoni Mata, uomo immagine e presidente della nota casa spumantistica Recaredo, ai massimi livelli nella produzione del Corpinnat. Nato il 28 aprile 1942 a Can Credo, casa della famiglia Recaredo a Sant Sadurní d’Anoia, ha portato avanti il progetto familiare con una visione globale totale e rivoluzionaria. Ad Antoni Mata si deve l’innovativa produzione di spumanti di terroir, capaci di esprimere l’identità più autentica del Penedès e di competere in prestigio e qualità con gli spumanti internazionali.
«Proveniamo da una famiglia di ceramisti – amava ricordare – e abbiamo iniziato a produrre i nostri spumanti con le uve provenienti dai vigneti dei nostri nonni materni. Più vedevamo il grande legame tra la coltivazione della vite e i Brut Nature e i Cava di lungo invecchiamento che ci piacevano, più eravamo incoraggiati a cercare le migliori tenute del Penedès». Ed è così che la sua “ossessione” di diventare un vero viticoltore lo ha portato a guidare l’ulteriore acquisizione di vigneti per la cantina di famiglia Recaredo.
Aperto all’evoluzione e ai continui cambiamenti, Antoni Mata ha privilegiato la fedeltà all’uso del tappo di sughero naturale come garante di un lungo invecchiamento in bottiglia, in un contesto storico in cui l’industrializzazione del settore ha comportato l’introduzione dei tappi a corona per lo spumante. Questa singolarità, unita al fermo impegno di creare spumanti senza liqueur, ha forgiato lo stile di un metodo classico gastronomico e soprattutto fedele al suolo, lontano da mode o correnti. «Antoni Mata – ricorda la famiglia – appartiene a una generazione educata all’austerità del tempo in cui ha vissuto. Una generazione che ha lavorato senza guardare l’orologio e con l’impegno, sempre, dell’eccellenza e del lavoro ben fatto».
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.